Adriana Gloria Marigo per L'ERESIA DEL PIANTO di Tiziana Tius (THAUMA Edizioni)



Care amiche, cari amici, vi proponiamo questa interessantissima nota della poetessa Adriana Gloria Marigo su L'eresia del pianto di Tiziana Tius (THAUMA Edizioni). Buona Lettura.



L’ERESIA DEL PIANTO     di     Tiziana Tius    THAUMA Edizioni, 2011


Concordi sull’etimologia del termine  “eresia” - che nella sua accezione greca presenta il senso di “afferrare”, “prendere” ma anche “scegliere” o “eleggere” e che più avanti, in ambito cristiano, mantiene  ancora la declinazione di colui che sceglie, è in grado di valutare più opzioni -, nei suoi sviluppi fino alla perdita dell’iniziale neutralità nelle Lettere di San Paolo in cui appare il concetto di "separazione", "divisione" e la conseguente condanna, di fronte alla silloge “Eresia del pianto” di Tiziana Tius, fatta editare da THAUMA Edizioni, 2011 è lecito interrogarsi sulla metafora del titolo, su quanto aderisca alla neutralità o alla condanna, o se ad entrambe, poiché ciò che sta a cuore alla poeta è sì la persona umana, il suo essere presenza, ma individuata sull’orizzonte complesso delle dinamiche relazionali, di ciò che insiste pervade dissolve l’essere con l’altro e l’essere in rapporto con la propria singolarità.
La domanda trova iniziale risposta nella riflessione che l’autrice pone in esergo, quasi viatico per accedere al viagggio entro i versi incisivi essenziali molto prossimi a un oracolo: “Il pensiero non indugia a trovare dimora, quando c’è spazio nella mente, altrimenti si aggroviglia in ragnatele che raggiungono la gola, stretto il morso preclude alla lingua il verbo, all’occhio la luce.(…)” pag. 11.
Interessa a Tius avere la chiara percezione e visione di come stanno le cose, a quale parte di realtà adire per trovare nel “cammino (che) piega di lato” pag.11 le “… impronte/là dove non pensavamo/si potesse lasciarle.” pag.13, poiché il dramma dell’esistenza è lo scarto tra “A portarci sin qui/non sono stati che passi” e “piccoli stretti passi/frettolosi slanci a vuoto” pag.13 e in questo muoversi suscettibile di imperfetto risultato si è nonostante tutto, nonostante l’epifania sia incompletezza, desolazione, soglia che “costringe all’arresa”:
Quando mi lascerai
gli occhi si frantumeranno
sul pavimento infranto
dall’assenza dei passi

pag.14

Il mondo appare come l’affiorare di qualche evento significativo capace di produrre un ribaltamento positivo sul già dato, soddisfare l’attesa, portare in porto quanto è alla fonda, ma nella natura stessa dell’accadimento si manifesta la sottrazione, la perdita, lo spasmo fenomenologico:
Non possiedo alcuna parola
nel mentre scivola
dalle labbra schiuse
l’ho già perduta

pag. 15

Si pone allora su questa realtà che non porta a conclusione l’impulso desiderante, il richiamo specifico “la notte è un richiamo” pag.18, la determinazione e l’asserzione del proposito “Rivoltami la carne/…/e rimandami nel letto del fiume/ pag. 32 l’eresia del pianto in quanto la psiche può – nel piano della vigile attenzione, della dolente chiarità clinica delle cose – accogliere il ribaltamento dell’ovvio, la fuga dall’implosione e nella solitudine l’Io non confondersi, donarsi “Il pianto (che) scagiona la tristezza
pag. 23.

Sta a cuore alla poeta, come inizialmente scrivo, la proprietà transitiva della reciprocità nella presa di coscienza che insiste sulle persone l’impossibilità ad essersi totalmente, che tutto è percorso da soffusa mancanza, avvitamento di solitudini, crucialità d’incontro “viaggi per non ritrovarti/sulla soglia le gambe non sostno/e le mani sono gesti ripetuti.” pag.37 e in tal senso “L’eresia del pianto”  presenta l’incontro di Tiziana Tius con Fernando Pessoa di “Il poeta è un fingitore” a cercare nelle somiglianze tra loro il contatto, il conforto in un “responsorium breve” laico:

SM,I,88  “Fingere è conoscersi”
O disconoscersi

pag. 16

SM,I,329  “Sentire tutto […] vivere tutto […] in tutti i modi possibili […]”
La ricerca infinita

pag.20

LI,78  “Alcuni hanno un grande sogno nella vita […]
Manco a me stessa nella misura in cui manco alla vita quando trascuro un sogno





ADRIANA GLORIA MARIGO
nota biobibliografica


Adriana Gloria Marigo vive a Padova. Poetessa, cura la presentazione di libri, scrive note critiche per alcune riviste letterarie presenti online, collabora con il Centro di Ricerca Artistica Immaginario Sonoro, il giornale online Il Corriere del Verbano.
Ha pubblicato le sillogi Un biancore lontano - LietoColle, 2009 e L’essenziale curvatura del cielo - La Vita Felice, 2012.
Dal 2012 è presente negli eventi letterari FlussidiVersi (Festival della poesia mitteleuropea che la Regione Veneto organizza annualmente a Caorle), Poeti al Castello (anno 2013, Trento), Il soggiorno dei poeti (2013, primo Festival di Arta Terme Poesia), La Fiera delle Parole ( Padova, 2013), Libri in cantina (Susegana, 2013.
All’inizio del 2014 è tra le cinque fondatrici il movimento letterario “Saffo e le altre – La scrittura delle maestre –“ da un’idea di Dona Amati, atto alla salvaguardia e diffusione del patrimonio culturale della produzione letteraria delle donne
Sempre nel 2014 aderisce a “Compitu Re Vivi” sodalizio letterario composto da poeti critici letterari il cui intento è il rinnovamento della lettura critica del testo.
Su invito dell’Associazione Scrittori Sloveni nell’aprile 2014 presenta a Lubiana “L’essenziale curvatura del cielo” e a Capodistria incontra gli studenti della Facoltà di Studi Umanistici dell’Università del Litorale per un dialogo sulla poesia e sul significato di essere poeti.






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