BE PELUCHE - Azione di art mob a Villa Baldassarre
In un
freddissimo giorno di fine gennaio, a Villa Baldassarri, una piccola località
del Salento nelle vicinanze di Guagnano, ha fatto la sua comparsa una
tenerissima installazione – trattasi di tanti, tantissimi peluches appesi alle
pareti della scuola elementare (l’edificio è ormai abbandonato) – che ha
suscitato le più disparate emozioni negli osservatori. Di cosa si tratta? È “Be
Peluche”, azione di art mob ad opera dei gruppi Viva Villa e A.No.Vi. (Arte No
Violenza). L’art mob, utilizza la tecnica del flash mob attraverso l’arte. In
passato, i gruppi in questione hanno organizzato altri eventi a Cerano, contro
l’inquinamento dell’arcinota centrale; sulla Statale Maglie-Otranto, contro lo
sventramento degli ulivi secolari; a Mesagne, in Contrada Vasapulli, contro il
fotovoltaico selvaggio. Dice Mina D’Elia, artista che opera all’interno del
movimento Arte No Violenza: «È l’arte contro la devastazione del territorio,
per salvaguardarlo da ogni forma di violenza». C’è, nelle intenzioni degli
artisti, l’idea di annullare le distanze tra il centro e la periferia, donando
a quest’ultima un’attenzione che la riporti alla vita. Sarebbe, dunque, un
primo vero intervento in cui l’arte viene usata come uno stimolatore del
dialogo, per coinvolgere tutta la comunità, per “fare” comunità. In prima
istanza, l’arte come bene comune. Purtroppo, come spesso accade, le istituzioni
rispondono in modo edulcorato, quando non sono del tutto assenti. In questo
caso, gli artisti lamentano lontananza e silenzio. Ma non c’è da scoraggiarsi:
l’arte può e deve essere uno strumento di socializzazione, di condivisione e di
lettura critica della realtà, perfino di abbattimento dei conflitti. Aggiunge
la D’Elia: «Usare la dolcezza e l’arte per rendere possibile la speranza, per
combattere il brutto che scaturisce dalla mancata salvaguardia della terra;
pensiamo, ad esempio, alla cementificazione, alla cancellazione del paesaggio,
all’inquinamento. Delle volte tutto appare tetro e difficile, come difficile
appare il futuro dei nostri ragazzi, che non hanno più guide umane, e soffrono
la cancellazione dei saperi, dei valori di condivisione». Ma non tutto è
perduto, anzi. È in atto una rivalutazione delle zone di periferia, contro
quella che viene definita la “filosofia del margine”. Il fine ultimo è creare
un laboratorio urbano che veda coinvolto tutto il paese. D’altronde, i primi
segni positivi si sono già riscontrati: la cittadinanza ha risposto a caldo con
una passiva curiosità, per poi passare a porre attivamente delle domande. A tal
proposito la D’Elia: «Si è capito che dietro tutto il nostro lavoro c’è un
messaggio, non un gioco di ragazzini. Questa non è un’azione nostalgica ma un
“fare comunità”, rendere cioè possibili le relazioni tra persone, relazioni che
oggi sembrano distrutte». L’artista ha poi aggiunto che l’azione artistica in
questione non rimarrà un episodio isolato, ma sono già in preparazione altri
eventi, sempre all’insegna della partecipazione e della condivisione. Questa
“chiamata all’arte” – come la D’Elia ama chiamarla – ha già avuto come
risultato immediato la creazione del gruppo Viva Villa, che non esisteva e si è
creato come diretta conseguenza dell’evento, dice ancora la D’Elia: «Quasi un
primo frutto di un modo “diverso” di fare arte, di sollecitare la capacità
creativa e il desiderio di condivisione che altrimenti resterebbero inespressi.
Il gruppo è formato da ragazzi e ragazze che credono di dovere cercare nuovi
modi per modificare la realtà attraverso la cultura e, da oggi in poi, continueranno
a farlo». E allora, con l’augurio che altre persone, altre associazioni, altre
comunità accolgano lo spirito d’iniziativa di questi artisti e ovunque – dunque
anche nel nostro assonnato Salento – ci sia un’idea dell’arte e della cultura
condivisa e onnipresente, non rimane che dire: “VivaVilla! Be Peluche!”.
L’installazione
sarà visionabile fino al 25 Marzo 2014.
Pubblicato su SPAGINE della domenica 16, Periodico dell'Associazione Culturale Fondo Verri, 9 febbraio 2014: http://issuu.com/mmmotus/docs/spagine_della_domenica_16