Tu conosci il Sud (caro Bodini, come cambiano le cose!)




Tu conosci il Sud, l’hai imparato bene. Conosci le case di calce e il dado e le sue facce da cui uscivamo come zeri. Come zeri tendenti all’infinito. Tu lo conosci e l’hai ingannato, l’hai venduto perché il signore delle mosche potesse avere il suo feticcio, il suo Sempre e il suo Ogniluogo. E nella Luna hai affondato i denti e nel suo sangue affogato il dolore ché di falce non ce n’è una sola ché la Luna è l’ultima falce a cui gli uomini guardano oggi. E la malizia s’è preso tutto: la voglia, l’amore, il sentimento, quel bisogno di rivalsa che dava verbo ai pesci e portava allodole agli specchi, e ramarri al sole. S’è preso il denaro e le sue mosse, l’elettrico filo e il conduttore. Tu conosci il Sud perché è tuo padre e tua madre insieme. E l’hai venduto a un nano desideroso di rianimare i morti, di uccidere i fantasmi a Cardigliano, a Specchia a Tricase. Nelle baie, nelle aie nelle stalle. Tu conosci ed hai taciuto, perché è più comodo lasciare la portata prima di giocarsi l’asso, prima di sbattersi in faccia cos’è rimasto di questa terra.

P.s. il venditore di Sud non è Vittorio Bodini, ovvio. Meglio specificare.

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