La ragna
Con
gli occhi cerchiati di nero è tutta un’altra cosa. Mi guardo allo specchio e
vedo che nulla è cambiato. Ho quattordici anni. Né uno di più né uno di meno. E
il sangue è sempre rosso.
“Marzia,
vuoi scendere per favore? Sono le sette”.
Mia
madre.
Non
c’è una mattina che sia colta dal sonno, mia madre.
Vado a scuola col bus delle sette e trenta. E c’è Manuel. Non posso farmi
vedere in queste condizioni.
“Poverina,
da quando è caduta e s’è tagliata la lingua non è più la stessa”.
Me lo dicono tutti. Io però sono sempre la stessa. Lingua a parte.